…mi sto suonando sotto
…non c’è una cosa che rappresenti meglio la voglia di suonare come l’urgenza di doverlo fare e basta.
Per anni ti ostini a sperare che arrivi il gran giorno in cui tutti apprezzeranno quello che scrivi e che suoni sul tuo strumento principale. Poi quando ti accorgi che ti sei fatto vecchio per quel genere di cose e quel giorno non è mai arrivato, cominci a modificare il tuo modo di porti verso l’arte. Magari organizzi un evento, o ti mettono in giuria in un qualche concorso, oppure magari apri un blog e cominci a scrivere di musica, oppure a criticare altri colleghi per lo sfizio di farlo o la spocchia e la presunzione dovuta all’esperienza. Magari, malgrado i tuoi studi inesistenti, decidi di dare lezione di musica, pensando che questa possa davvero essere insegnata, e se non ci riesci puoi sempre andare tutte le mattine in un negozio di musica a vantarti per le cose che non hai fatto, ma sei convinto di meritare. Insomma come la metti metti la musica è una brutta materia e come tutti i virus, dopo aver consumato una parte del tuo corpo, si sposta su altre parti fertili fino al punto di distruggerti completamente.
Nonostante questo suo essere deleteria, come ogni malattia, la musica ti sostiene, non economicamente intendiamoci. La musica è quella parte di te che non riuscirai mai a dire fino in fondo perché la tua vita è troppo breve per raccontarla tutta.
…e adesso fatemi suonare altrimenti non smetterò di scrivere stronzate…