Io e te, tre metri sotto “la munnezza”

Notizia del 2 ottobre dell’anno scorso:

“Smaltire i rifiuti urbani in modo pulito, con un impatto ambientale minimo, producendo eco-energia. Dopo gli esperimenti in Germania e Islanda anche in Italia si sta facendo strada la tecnica del futuro, che dovrebbe sostituire quella degli inceneritori: la pirolisi.”

Notizia di stamattina:

«Entro l’anno — annuncia Berlusconi — sarà completato il termovalorizzatore di Acerra, tra trenta mesi sarà pronto quello di Salerno. Ce ne sarà uno a Santa Maria La Fossa e uno nel comune di Napoli».

Bene!

2 ottobre 2007 si parla di futuro con il “processo di decomposizione termochimica”, la pirolisi appunto, 21 maggio 2008 si parla di costruire incerenitori, termovalorizzatori che saranno pronti tra trenta mesi (vedi quello di Salerno, ahimè). Non mi sembra affatto che si sia parlato di pirolizzatore e/o gassificatori. o mi sbaglio?? mah!

Insomma le cose sono due:

1) Non mi è chiaro il concetto di futuro, oppure
2) Non si vuole risolvere il problema.

Comunque a titolo di cronaca, questo che segue è preso da Wikipedia, magari può essere di aiuto:

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

La pirolisi è un processo di decomposizione termochimica di materiali organici, ottenuto mediante l’applicazione di calore e in completa assenza di un agente ossidante (normalmente ossigeno). In pratica mentre riscaldando il materiale in presenza di ossigeno avviene una combustione che genera calore e produce composti gassosi ossidati, effettuando invece lo stesso riscaldamento in condizioni però di assenza totale di ossigeno il materiale subisce la scissione dei legami chimici originari con formazione di molecole più semplici. Il calore fornito nel processo di pirolisi viene quindi utilizzato per scindere i legami chimici, attuando quella che viene definita omolisi termicamente indotta. Tra i principali processi pirolitici sfruttati su larga scala spiccano il cracking industriale e il trattamento termico dei rifiuti.

Quindi è una soluzione! Se ne parla da tempo, negli altri paesi è “il presente”, in Italia l’anno scorso si parlava di futuro, oggi si parla di fare nel futuro, gli errori del passato!

Ottima prospettiva.