Accendi prima…

…il router oppure la Tv?

Due gesti che sembrano praticamente uguali, hanno un leggero difetto di procedura.

Quando accendi il router, ti colleghi ad internet e scegli cosa cercare in base alle tue esigenze. Leggi delle notizie, le valuti, le commenti, ne discuti con altri utenti e se vuoi le cancelli dalla tua cronologia.

Quando accendi la tv, hai già qualcuno che ti sta dicendo qualcosa senza che tu glielo abbia chiesto, hai un numero molto limitato di scelte, anche se hai pagato per molto più. Quelle cose che stai subendo, senza poter intervenire,  stanno arrivando in contemporanea a milioni di altre persone, che non possono commentare,  discuterne con altri se non con i propri familiari o amici presenti.

Un piccolo difetto di procedura che ha permesso la nascita di una discreta quantità di teste vuote, arroganti e presuntuose, senza curiosità ed interessi reali verso la cultura, l’arte, la natura, il mondo.

Che fai adesso, che cosa accendi prima?

Non smettere mai di curiosare in giro

Ho sempre pensato che l’ascolto musicale sia tra le cose più belle al mondo.

Avvertire i suoni e convertirli automaticamente in immagini è l’attività che il cervello svolge con una semplicità ed economia unica. E’ difficile non visualizzare qualcosa quando si ascolta la musica, bella o brutta che sia.

E’ chiaro che se dovessi ascoltare del pop “smielato” ed odiosamente banale non riuscirei a vedere delle belle immagini.

Oggi la musica che viene composta per la maggior parte delle volte è “scritta” solo per riuscire a vendere e diventare famosi. Quasi nessuno ormai pensa di voler scrivere qualcosa soltanto perché mosso da un’urgenza. Quasi nessuno ormai sente il bisogno di dover pensare, scrivere e registrare una visione scaturita da una personalissima esigenza.

Anni ed anni di television-crazia hanno sostenuto che “non sei uomo se non hai il macchinone” (citazione Almamegretta), e non sei donna se non hai il fisico da velina.

Questo ha inesorabilmente portato, e continua a farlo in maniera indegna, ad una involuzione culturale che ha prinicpalmente colpito lo spirito della curiosità.

La curiosità è venuta a mancare, è morta.

Non smetterò mai di invitare le persone che casualmente leggono questi post a cercare nuova musica, nuovi artisti ed a non fermarsi a quello che la radio, la tv, i giornali continuano a sponsorizzare senza ritegno ed a volte, permettemelo, senza motivo.

Buona curiosità, Max

Quadri di un’esposizione

“Quadri di un’esposizione” è un’opera di Modest Musorgskij meravigliosa. Cito Wikipedia:

Nel 1874 fu allestita a Mosca una mostra dedicata ai lavori del pittore e architetto russo Victor Alexandrovich Hartmann, morto improvvisamente l’anno precedente a soli 39 anni. Hartmann e Musorgskij erano legati da un profondo sentimento di amicizia, poiché entrambi appartenevano a quel gruppo di intellettuali russi che aspiravano ad un’arte legata alle radici culturali della loro terra, al suo folklore e alle sue tradizioni, rifiutando le influenze straniere.
Durante la visita alla mostra, Musorgskij rimase affascinato dalla forza che i quadri promanavano, e decise di provare ad esprimere in musica le sensazioni che aveva provato, componendo una suite per pianoforte che intitolò Quadri di un’esposizione e che fu pubblicata postuma.

Ieri ho fatto una passeggiata con mia moglie a via Fosso Pioppo a Battipaglia. E’ un posto molto bello in quanto si abbandona il traffico della SS.18 e lo smog facendo poche centinaia di metri e si raggiunge la campagna alle spalle del quartiere di Belvedere ricco di verde e campi coltivati.

Come dire una introduzione esaltante. La musica di Modest Musorgskij, la natura, la pittura, l’arte, l’amicizia, le passeggiate all’aria aperta.

Ho fatto delle foto come è mia abitudine quando vengo colpito dal paesaggio che sto in quel momento occupando. Ho realizzato la mia piccola galleria di contraddizioni e amenità.

I primi quattro “quadri” rappresentano quello che dovrebbe essere questo territorio incontaminato:

gli ulivi

alberi di pesco

Albero

Bene.

Si intuisce che tutto ciò sarebbe meraviglioso se non ci fossero questi altri quattro “quadri”.

ruote

stampante

Secchio

Scarpe

Poi dici che la Terra si ribella, che i terremoti sono assassini, i maremoti sono assassini, le tempeste sono assassine….

Chi sono i veri assassini?

Mai pianto di fronte ad un quadro?

A me è successo..

al Prado a Madrid nel settembre 2004 di fronte a “Las Meninas” di Velazquez

lo dico oggi solo perchè ricorre l’anniversario della nascita di Velazquez.

Come è mia buona abitudine, vi lascio qualche notizia presa direttamente da wikipedia.org

Las Meninas

Las Meninas, completato nel 1656

Las Meninas, completato nel 1656

Per approfondire, vedi la voce Las Meninas (Velázquez).

La protagonista di Las Meninas sembra a prima vista essere una delle infante, Margherita, la figlia maggiore della seconda moglie del re. Tuttavia, osservando le varie parti del quadro, non è più tanto chiaro chi o che cosa sia il vero soggetto dell’opera. È la principessa o forse il pittore stesso? La risposta potrebbe trovarsi nell’immagine dipinta sulla parte posteriore, che ritrae il re e la regina. Si tratta del riflesso di uno specchio, nel quale caso la coppia reale si troverebbe di fronte al quadro al nostro posto? Sono loro il soggetto del quadro? Il dibattito sul vero soggetto di quest’opera è tuttora aperto, e molte delle domande che pone non hanno ancora ricevuto una risposta soddisfacente.

Dipinto quattro anni prima della morte dell’artista, è un caposaldo del periodo artistico del barocco europeo. L’opera è stata esaltata sin dal momento della sua realizzazione; Luca Giordano, un pittore italiano dell’epoca, ne parlò come di una “teologia della pittura“, e nel XVIII secolo l’inglese Thomas Lawrence lo citò come la “filosofia dell’arte“, capace in modo chiarissimo di produrre gli effetti desiderati dall’artista. quali siano questi effetti è stato oggetto di diverse interpretazioni; Dale Brown propone un’interpretazione secondo cui, inserendo nel quadro un ritratto sfumato del re e della regina Velázquez intendesse pronosticare la caduta dell’Impero spagnolo che stava per raggiungere il vertice della propria parabola poco dopo la morte del pittore. Un’altra interpretazione è che il quadro sia di fatto uno specchio, e che tutto il dipinto sia realizzato secondo il punto di vista del re e della regina, quindi la loro immagine riflessa può essere vista sullo specchio posto sulla parete posteriore.

Si dice che sia stato il re a dipingere l’onorifica Croce Rossa dell’Ordine di Santiago sul petto del pittore, come oggi appare sul quadro. Tuttavia Velázquez non ricevette quel titolo che tre anni dopo l’esecuzione del dipinto. Neppure il re di Spagna avrebbe potuto nominare un suo protetto cavaliere senza il consenso della commissione incaricata di verificare la purezza della sua linea di sangue. Lo scopo di queste ricerche sarebbe dovuto essere quello di impedire che venisse nominato qualcuno che avesse avuto anche tracce di eresia tra i suoi ascendenti – il che in pratica significava tracce di sangue ebreo o arabo, o che qualcuno si fosse contaminato dedicandosi alla pratica del commercio. I registri della commissione sono stati ritrovati tra gli archivi dell’ Ordine di Santiago. Velázquez fu ammesso nell’ordine nel 1659. Fu giustificato perché, come pittore del re, evidentemente non era coinvolto nella pratica di vendere i suoi dipinti.

Il filosofo Michel Foucault, nel suo libro del 1966 Le parole e le cose, dedica il capitolo di apertura a una dettagliata analisi di Las Meninas. Spiega i modi in cui il dipinto evidenzia i problemi del concetto di rappresentazione grazie al suo uso di specchi e schermi e le conseguenti oscillazioni tra l’interno e l’esterno dell’immagine e la sua superficie.

Peace, MAX