Siamo tutti social…

…addicted.

L’uso del social network più conosciuto ci rende pazzi, ci fa diventare non obiettivi e permalosi. In fondo tutti in qualche modo siamo su Facebook per affermare la nostra (in)esistenza. Fino a quando Facebook non esisteva eravamo li a tenerci stretti i nostri 3 o 4 amici che telefonavamo e cercavamo di raggiungere sotto casa per offrirgli un caffè. Ora invece siamo tutti colpevoli di egocentrismo e ci offendiamo quando questo o quello non ci da un “I Like”: << come è possibile che il mio post sia stato visto da 200 persone ed ha 10 like? >> oppure <<sono le 9 del mattino ho già 20 like, allora co sto post spacco tutto! >>.

Poi arriva il momento dello snob. Quando diciamo che noi no, noi assolutamente non siamo d’accordo e non partecipiamo alle “Catene di Sant’Antonio”. Noi no, eh si, noi non partecipiamo, siamo superiori, cerchiamo di mantenere un tono ed una reputazione anche sul nostro fantastico social preferito: << Non posso mica mettere mi piace sotto a quel sondaggio “a che bestia assomigli?” >>. Ma come no? Se fino a ieri hai condiviso video di gatti che suonano il violino arabo bendati mentre volano dal quinto piano? “Che c’entra quello era carino”, si ma quello anche è una catena di Sant’Antonio! Nell’attimo in cui clicci su condividi stai partecipando ad una catena di Sant’Antonio. Facebook è la Catena di Sant’Antonio 2.0.

Secondo me, e metto me per primo, siamo tutti colpevoli di usare il social network in questo modo. Si colpevoli, perché Facebook serve davvero a cambiarti la vita, in qualche modo la cambia a tutti: ci rende schiavi, ci rende famosi, ci rende più soli, ci rende più imbecilli, ci rende onnipotenti, ci rende snob, ci da quella sensazione che possiamo dire sempre la nostra su temi che probabilmente non verranno fuori al bar, a scuola o sul pullman. Il fatto stesso che tu possa commentare ti da l’illusione che tu possa dire sempre qualcosa su ogni argomento, lo puoi fare! Puoi intrometterti in una discussione in cui probabilmente nessuno ti avrebbe invitato, ma ci sei e stai partecipando, poi tremi sperando che piaccia a qualcuno, diventi dipendente dalle tue stesse opinioni e cerchi di sostenerle fino in fondo anche se sei consapevole di aver “scritto” una cazzata enorme, ormai è scritta e se la modifichi si vede, ti hanno già beccato nel momento in cui clicchi su “Pubblica”.

Poi arriva quello che commenta sempre e solo quando vede che il tuo post è molto visitato e poiché si rende conto che tutti ti stanno dando ragione, fa il figo e dice che non è d’accordo cercando di sminuirti, sapendo che tutti quelli che precedentemente hanno commentato leggeranno la sua “opinione”. Quelli come lui sono ancora più soli di te, quelli davvero avvertono quella sensazione di solitudine che solo facebook ti sa dare: l’ansia da “Nessuna notifica”.

Facebook è bello, facebook è brutto. Se ci sei è inevitabile, sei colpevole come me, non fare il figo dai… non prenderti troppo sul serio! Adesso tagga 10 amici compreso me e andiamo a prendere una birra insieme!

 

 

 

 

Posted by Max

Nato a Salerno il 9/9/1970 Chitarrista compositore indipendente

One Reply to “Siamo tutti social…”

  1. Fb sì, fb no… Fb c’è e ognuno lo usa come vuole. E da come viene usato puoi, forse, renderti conto di che tipo di “profilo” hai davanti. Se spontaneo, magari anche un po’ ingenuo e pasticcione, oppure costruito ad arte per cercare di dare un’impressione ben precisa.
    Fb è una vetrina e se ci entri ne accetti le regole implicite. Se non ne hai voglia, nessuno ti obbliga a collegarti. Personalmente, non amo quelli che raccontano ogni dettaglio della propria vita privata, le fotografie delle pietanze cucinate (scusate noi che facciamo, guardiamo?) e dei bambini (avranno pure il diritto di dire se vogliono farsi vedere o no?), i selfies alla Greta Garbo, quelli che scrivono sempre e solo cose demenziali e quelli che, invece, cercano in ogni modo di “darsi un tono”. Però credo anche che ognuno sia fondamentalmente libero di fare quello che vuole per cui, quando proprio non ne posso più, decido di non visualizzare più i posts del malcapitato utente e mi libero facilmente dell’angoscia senza troppi danni.
    Mi fanno un po’ sorridere quelli che hanno un numero esagerato di amici. Quante di quelle persone conoscono veramente? Ma spesso fb è usato a fini promozionali e anche questo va bene: è una pubblica piazza.
    Io mi sono iscritta solo per non apparire troppo “giurassica” ai miei studenti ma devo dire che, nel tempo, ne ho apprezzato i vantaggi. Innanzitutto mi ha aiutata a ricostruire i rapporti con persone che non vedevo da tempo, come ad esempio i compagni di scuola o i parenti che vivono lontano. Una volta una mia cugina pubblicò una fotografia e, in un battibaleno, tutta la famiglia le si strinse intorno come in un abbraccio. Mi ha aiutata a mantenere scambi anche con persone che non vedo quotidianamente ma che per me sono significative. Alcune amicizie, ma poche, sono nate proprio su fb in maniera casuale o perché avevo letto qualcosa che mi aveva particolarmente colpita. Ma, in ogni caso, ogni richiesta è stata accompagnata da un saluto privato o da un momento di conoscenza personale.
    Vado su fb nei momenti di pausa, tanto per distendermi un poco e vedere cosa “combinano” gli amici e allora scatta il commento, il saluto, il sorriso. A volte capita pure di leggere cose interessanti, di ascoltare una bella canzone o di vedere una foto suggestiva, e quindi clicco “mi piace”. Mettere “mi piace” a tutto equivale a non metterlo da nessuna parte. Sinceramente, non ho mai avuto l’ansia del “mi piace” a quelle (rare) cose che pubblico perché vedo che, statisticamente, il rapporto numerico è inversamente proporzionale a quello che piace a me. Le “Catene di S.Antonio” sono solo un gioco e chi si sente superiore le può tranquillamente evitare, lasciando agli altri il piacere di avere per qualche minuto un allegro gruppetto di amici che difficilmente si sarebbe costituito fra le varie incombenze della vita quotidiana.
    Insomma, questo fb non va assolutamente demonizzato né gli va dato un risalto eccessivo. L’autostima non può dipendere dal numero di notifiche ricevute, suvvia. E poi alla fine con quei tre o quattro amici cari al bar ci vai comunque. Su fb, come nella vita, dovrebbe valere una sola, semplice regola: non pubblicare niente, se non hai niente da dire.
    Ti pare Max?

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