Happiness is a tree – Recensione su Frastuoni

Giuliano Manzo su Frastuoni del 12/09/2015

Già leader di uno storico gruppo campano, i salernitani Peanuts che negli anni ’90 sono stati rappresentativi di un nuovo corso della scena locale, Max Maffia vanta una lunga militanza musicale in varie vesti, come produttore, compositore, autore di colonne sonore e, ovviamente, non ultima, musicista col “piglio” e pregio della contaminazione, uno insomma che nella musica ci sta a capofitto a trecentosessanta gradi e non da ieri. Questo EP pubblicato agli inizi del 2015 con quattro tracce fa seguito al full lenght del 2012, quel Happiness Is A Tree che rappresenta il loro felice debutto. A Better Place vede Max Maffia & The Empty Daybox, nome programmatico e propedeutico, con la medesima formazione del precedente lavoro: Max Maffia e Valerio Valiante alle chitarre, Alex Taborri alla percussioni, Daniela Lunelli al cello. Se la formula non è nuova, musica acustica ambient da camera, il contenuto è ben lungi dall’essere scontato, le trame musicali che Max scrive, sviluppa e propone s’incrociano con l’austera leggerezza del cello di Daniela Lunelli, presente in tutti e quattro i pezzi. Lo stile e la padronanza compositiva di Maffia che già avevamo avuto modo di apprezzare in Happiness Is A Tree si consolidano in queste quattro tracce, registrate tra Salerno e Berlino. Un percorso bucolico ricco di suggestioni e rimandi che a tratti ricorda alcune produzioni della preziosa label tedesca ECM, ma non disdegna alcuni accenni a voli eterei e ipnotici.

Il pezzo che da il titolo all’album apre questo EP con una chitarra andalusa che poi si fa più metodico, The Cat On The Tablet invece è tutta giocata sui dialoghi tra la chitarra di Max Maffia e il cello della brava e intuitiva Daniela Lunelli,Flowing scorre lieta come un cambio di stagioni mediterranee appena prima che Have A Good Night ci auguri la buonanotte con la sua nenia d’ambiente. Da segnalare l’artwork della copertina a cura di Roberto Policastro, da un progetto fotografico di Alessandra Cammarano. Max Maffia & The Empty Daybox sono in giro per la Campania, e non solo, a promuovere la loro musica, se vi capitano sotto tiro vi consiglio di prestargli ascolto, le loro suggestioni acustiche dal vivo non perdono fascino, la dimensione live semmai ne amplifica forma e sostanza.

Gianmaria Consiglio su Happiness is a tree

E’ ancora possibile in quest’epoca tecnocratica riscoprire le proprie radici?

Conserviamo ancora qualcosa della nostra essenza naturale, o tutto è perduto?

La felicità è un albero ci risponde Max Maffia con i suoi Empty Daybox. Ed è tutto dire se la risposta ce la da un esperto informatico che come musicista proviene dal rock, dalla new wave, da Hendrix e da Syd Barrett. Ed è sbalorditivo constatare da quanto lontano provenga la sua storia.

Tutto ha inizio con una band funky-rock salernitana, i Peanuts, attivi dalla fine degli anni ’80 alla metà degli anni ’90, e prosegue nella breve collaborazione del chitarrista prima col gruppo ska Appesi A Un Filo, e poi con i Delirio. Nel frattempo, con l’apertura dell’etichetta indipendente Daybox Records, Maffia stacca la spina dalla presa elettrica per la prima volta, e così germoglia il primo ramo dell’albero con una serie di autoproduzioni sorprendenti, come “An Afternoon Like This”, la serie “a programma” di “Stagioni, e due colonne sonore. Ma dal 2000 al 2004 piomba un’altra scarica elettrica sulla band di folk irlandese, dub e space rock de Il Pozzo Di San Patrizio, mentre nel 2005 e nel 2006 Maffia collabora col gruppo di cantautorato elettronico Nicodemo, dedicandosi intanto all’associazione culturale Anima Mundi della quale è fondatore e presidente. E proprio da un’iniziativa dell’associazione nasce nella primavera del 2007 il coraggioso progetto “The Right Compilation” sostenuto dalla Fao. E dopo la produzione, tramite la Daybox Records, di alcune giovani band indipendenti, ci si comincia ad accorgere che l’albero ha attecchito, e sta venendo su grande, e bello solido, e porta un nome lasciatogli in eredità dalla Daybox Records, che nel 2009 smonta le tende.

E allora tutto appare più chiaro, e si distinguono tutte le tracce lasciate da un intenso e coraggioso percorso artistico e di vita. E si comprendono, adesso, le ragioni più profonde di Maffia nell’avere scelto questo percorso.

Ed ecco germogliare dai rami il primo frutto maturo. E in esso sono contenuti dei piccoli gioielli che cercano una conciliazione col mondo, e chiedono il totale abbandono all’orecchio dell’ascoltatore. E ognuno ha qualcosa da raccontare. Come ad esempio “Arabia”, che parla di un mondo così affascinante e pericoloso, a due passi da noi, e cerca di ridisegnarlo per come dovrebbe essere. Oppure “Rain”, che con le note del suo arpeggio ci fa sentire ogni singola goccia, come una purificazione. O “In volo” con il violoncello che è l’aria sotto di noi, e il resto siamo noi dal finestrino che ci sorprendiamo a sognare. E poi “Sunday Will Be Five”, con il suo andamento ritmico sbilenco, che ci dice che qualcosa non va, ma che cerca una conciliazione, e, nonostante tutto, la trova. E ancora, “Dancing On A Gray Day”, che danza sul ciclo dalla vita, e chiuso il cerchio, aspetta fino a quando se ne aprirà un altro.

Questo sono gli Empty Daybox adesso, questo è diventato Max Maffia oggi.
(Gianmaria Consiglio)

Happiness is a tree – Recensione su Slow Cult

Recensione su Slow Cult:

The Empty Daybox è l’ultima avventura sonora di Max Maffia, attivo musicista proveniente da quel di Salerno che ha già militato in svariate formazioni indipendenti (tra funky rock, ska, musica acustica e irish folk) fondando anche l’etichetta Daybox Records per la quale esce questo interessante lavoro in quartetto acustico:
(Max Maffia: chitarra; Daniela Lunelli: Cello ; Valerio Valiante: Chitarra e Alex Taborri: Percussioni).
E’ un lavoro totalmente acustico, con suoni che ci portano ad essere come immersi in una natura che ci avvolge, un suono da colonna sonora per un viaggio verso posti accoglienti e a volte misteriosi. Ottime le riprese degli strumenti, che ci arrivano caldi dove tutti si ritagliano il loro spazio, respirando, intrecciandosi in una coralità che non fa aspettare una traccia vocale a dettare i brani.Una vera e propria colonna sonora di un film immaginario.
Un disco essenziale dove proprio l’essenzialità dunque è il suo forte.
Segnalo Tra i brani degni di nota “Arabia”, Dancing on a grey day” e “Sunday will be five”.
Un nuovo inizio per Max Maffia in un epoca dove proprio l’ipertecnologia ci fa per fortuna riassaporare il sapore degli strumenti, i loro sapori, odori, la tensione delle loro corde e il loro suono portatore di suggestioni antiche mai cosi vicine a noi.

Recensione di Fabrizio Fontanelli

Happiness is a tree – Recensione di Giulio Tedeschi

Giulio Tedeschi in una nota su Facebook

Fate uno sforzo per capirmi. Cosa dovevo fare durante un lungo pomeriggio piovoso torinese nel silenzio di una domenica di novembre? Cercare la luce.

Avrei potuto guardarmi dentro, nella posizione del loto, scrutando il mondo
dall’alto. Invece no. Non fatemene 
una colpa. Ho scelto un’altra via. Ascoltare
l’album di Max 
Maffia & The Empty Daybox “Happiness is a tree”.  Una, due, tre
volte. Forse più.

Non ci crederete, ma quello che cercavo mi ha travolto con 
una velocità
sorprendente. Armonia. Equilibrio.
Note fuori dal tempo per coccolare la
mia anima. La felicità è un 
albero. Tanti alberi. Uno dietro l’altro che
ondeggiano a ritmo di musica.

Otto brani, otto carezze sonore.

Giulio Tedeschi (Toast Records), Torino, 9 novembre, ore 18,10