Solo che…
….andavamo via di fondo schiena.
Renzi ha chiesto al parlamento una cosuccia da niente. Datemi 1000 giorni per rimettere a posto i conti. Ma certo caro Matteo. Perché non 2000? Fossi in te mi terrei largo.
Come suggerisce il titolo di questo post Claudio Baglioni aveva previsto già tutto.
Forse Baglioni in 1000 giorni di te e di me aveva immaginato un Berlusconi dimissionario che in suo discorso diceva (magari cantando): “…vi presento un vecchio amico mio, in ricordo di me…”
Intanto per sempre e per tutto quanto il resto in questo io, io vi saluto. Buona notte M.
Rumore
Il mio sistema nervoso fa rumore.
E’ come se avessi un camion nell’orecchio destro sempre in moto, ma fermo. Strana è questa metafora della mia vita. C’è sempre un motore acceso che stenta a partire. In moto sta, sia ben chiaro, ma è fermo, come i miei sogni. Stento a farli partire, con me dentro, come stento a farli andare via con me fuori mentre agito un fazzoletto bianco.
E ti ritrovi…
…a combattere con una insonnia potente e la testa ti scoppia per tutte le cose che hai lasciato a metà. Tutte quelle cose che torneranno da te a chiedere spiegazioni, tutte quelle cose che torneranno da te a battere cassa. Sono quelle le cose per cui viviamo. Le cose incomplete. Quelle finite appartengono al passato.
a proposito di…
…Sanremo.
Mi mette un po’ tristezza leggere parole di rabbia contro il festival. Chi mi conosce sa bene che non è una cosa a cui tengo particolarmente e se ha ascoltato un po’ delle cose che scrivo, sa bene anche che non è una delle mie mire.
Tuttavia ritengo ingiusto l’atteggiamento di chi ritiene che il festival vada boicottato così il cachet dei presentatori possa scendere in favore di un “senso comune” della giustizia. Ritengo ingiusta l’idea che se tutti boicottassero il festival questo non si farebbe più, per dare spazio ad idee più originali e magari “indie”. Questo grillismo da controcultura dello spettacolo lascia il tempo che trova.
Se un artista non riuscisse ad avere la popolarità che pensa di meritare, dovrebbe scrivere cose “popolari” e non rinchiudersi nella stanza e farsi pippe in 7 ottavi, o magari con l’ultimo modello del sintetizzatore della uss enterprise di star trek. Contestualmente non dovrebbe nemmeno criticare chi scrive cose che piacciono a tutti solo perché non le sa fare oppure perché non le vuole fare. E’ stupido, ripeto, l’atteggiamento di chi cerca di dire che il nemico è cattivo pensando di ottenere visibilità, o magari il posto suo.
Sanremo è un prodotto televisivo e se ne parla anche se non lo guardi. Inevitabilmente qualcosa ti arriva e tu ne parli e ne devi parlare se fai il musicista, perché in qualche modo ti fa bene.
Per me è il festival perfetto e ve lo spiego con un esempio: quando entro in negozio modello “Harmont & Blaine” io penso.. questo negozio è perfetto perché non comprerò mai nulla qui. Così è per me il festival.
Bisogna avere dei punti di riferimento in positivo ed in negativo. Guai se tutto fosse “alternativo”, “indie”, e “come mi piace a mme”, diventerebbe un unico immenso inutile festival della nullità. Quindi ben venga la diversità, le mille forme d’arte dal trash, all’inascoltabile al pop al jazz ed alla dodecafonia delle pippe mentali. Magari in tutta questa babele di linguaggi un giorno troveremo la forza ed il coraggio di entrare anche in un negozio diverso dai nostri soliti creando una nuova apertura nella nostra mente.
Peace, Max