Accendi prima…

…il router oppure la Tv?

Due gesti che sembrano praticamente uguali, hanno un leggero difetto di procedura.

Quando accendi il router, ti colleghi ad internet e scegli cosa cercare in base alle tue esigenze. Leggi delle notizie, le valuti, le commenti, ne discuti con altri utenti e se vuoi le cancelli dalla tua cronologia.

Quando accendi la tv, hai già qualcuno che ti sta dicendo qualcosa senza che tu glielo abbia chiesto, hai un numero molto limitato di scelte, anche se hai pagato per molto più. Quelle cose che stai subendo, senza poter intervenire,  stanno arrivando in contemporanea a milioni di altre persone, che non possono commentare,  discuterne con altri se non con i propri familiari o amici presenti.

Un piccolo difetto di procedura che ha permesso la nascita di una discreta quantità di teste vuote, arroganti e presuntuose, senza curiosità ed interessi reali verso la cultura, l’arte, la natura, il mondo.

Che fai adesso, che cosa accendi prima?

Comprare la musica…

…indipendente è un (F)atto culturale.

Questa immagine, di cui condivido pienamente i contenuti, rappresenta esattamente quello che penso in merito alla questione.
Chi mi conosce, ed a volte mi segue, sa che questa battaglia la combatto da tempo, ed ho scritto dei post in merito all’argomento come questi:

La rivoluzione deve partire dal basso

Indipendenti si nasce

Ho trovato una foto

La proposta:

Sto lavorando con il Mumble Rumble di Salerno ad una piattaforma di crowdfunding basata proprio sulla vendita di musica indipendente per raccogliere fondi per destinarli alla creazione di nuove produzioni indipendenti.

Se avete suggerimenti, idee, musica indipendente da utilizzare per il progetto, fatemi sapere.

Max

 

Bisogna fare…

..un sacco di cose.

“bisogna investire sulla crescita e sui giovani, in quanto questi sono il futuro della nostra nazione. L’Italia si fonda sulla piccola e media impresa, sugli artigiani e sulla Fiat e per questo bisogna fare di tutto affinché non crolli il made in italy, bisogna aprire l’agenda digitale ed informatizzare la pubblica amministrazione, bisogna fare sacrifici perché solo così la nazione si riprenderà da questa crisi. i giovani, la disoccupazione, la crescita, la piccola e media impresa, l’agenda digitale… tutti obiettivi della politica e della tecnica di governo.”

Quante volte avete sentito dire queste cose in 20 anni. Io milioni di volte. Potremmo girare i telegiornali dei prossimi 20 anni in poche settimane e mandarli in tv in differita in quanto dicono sempre ed esattamente le stesse cose (a parte l’influenza e la tragedia familiare di turno); ora però è nata anche una nuova tendenza: dare i nomi alle perturbazioni. Era troppo generico dire tempo di m…a. Ora bisogna rivolgersi direttamente a qualcuno/a che abbia un nome che ricordi epoche lontane.

Forse bisogna fare una sola cosa, mandare i politici a casa in blocco, ma senza inneggiare a rivoluzioni improbabili fatte con i forconi oppure con le pentole o con la giustizia (quella dovrebbe funzionare a prescindere), ma semplicemente non andando a votare tutti, ma tutti però, senza dirglielo prima, così, una sorpresina simpatica, dolce dolce. Ve lo immaginate tutte le scuole vuote, il silenzio dei seggi elettorali, Mentana, Vespa e gli altri increduli in tv che non sanno come commentare, nessuno da interrogare per gli exit poll, nessun dato da comunicare, il nulla, il vuoto, perché è questo che esprimono: il vuoto.

Poi il giorno dopo riorganizzare il tutto e condannare i politici ad una vita normale, la nostra, capito quale? il traffico, le code, gli aumenti, le tasse, i contratti a progetto (si, li metterei tutti a progetto: non hai portato a termine il progetto per cui sei stato eletto?ah no? a casa.. senza se e senza .. niente)

Sarebbe bello e sarebbe una rivoluzione vera. Tutti uniti per dimenticare tutti questi anni di … nulla, non mi viene assolutamente nessun’altra parola… nulla.

E’ semplice no?

a volte, basta un’immagine..

…a cambiarti la giornata..

Si commenta da sola… in un solo istante certe immagini, senza parole, ti raccontano una storia intera, lunghissima, bella, che sa di mare..

Signora Pesca

nutro forti dubbi…

…su chi ritiene di essere a priori nel giusto e per avvalorare la propria tesi non fa altro che sminuire l’operato degli avversari. Due esempi che oggi rappresentano l’attualità salernitana (e che un po’ riflette la situazione nazionale):

Esempio uno: “tu sei cattivo implica che io so bravo”

Leggo su fb che un, ormai noto, personaggio appartenente a quella organizzazione che ultimamente sembra avere un consenso politico sempre crescente, ha avuto l’onore di accompagnare per le strade della mia città un notissimo ed autorevole personaggio legato al movimento della decrescita felice. Bene, in questa passeggiata direi “sofistica”, il nostro social-sofista mette in risalto la sua capacità di aver messo a confronto un’opera di arte contemporanea fatta con del materiale riciclato (che lui definisce:”……”,  ooops non trovo più il post su fb, qualcuno glielo avrà fatto cancellare) con il duomo di Salerno. Questo lo faceva evidentemente per palesare un disappunto verso l’operato dell’Amministrazione Comunale, concentrata su Luci D’Artista, e non sulle bellezze architettoniche del territorio.

Ora, ammesso che fare un paragone del genere è simile a “paragonare una mela ad un’arancia”, direi a questo signore che non è così che si convince la popolazione ormai senza più amore per la politica, a scegliere questo oppure un altro schieramento. Caro mio, non è che dicendo che il sindaco della tua città sta facendo degli errori sostieni la tesi che tu non ne fai. Non è che dicendo “tu sbagli” affermi e dimostri che “tu stai facendo bene”. Con questo atteggiamento stai facendo esattamente quello che fece B. quando chiamò coglioni quelli che votavano a sinistra.

Secondo esempio: questo è ancor più tipico del social-onnipotentismo

Altro noto personaggio del mondo 2.0 afferma che non segue il calcio (come me del resto) e che ricorda che ai tempi della scuola i tifosi di quella determinata squadra erano i “leccaculo”. Come dire tutti quelli che tifano per quella determinata squadra di calcio sono “leccaculo”. Ora, chi mi conosce sa che il calcio non è proprio nelle mie corde nè tanto meno il mondo che gira intorno ad esso. Spesso ho scritto cose che sottolineavano il mio disappunto verso quella che io ritengo una farsa tra aziende che devono dividersi una torta e cioè “la partita di calcio”, ma non mi sono mai sognato di apostrofare le persone che seguono questa o un’altra squadra.

Se io dicessi, ad esempio che gli juventini sono questo o quest’altro, lo direi ad una famiglia intera: “la mia”. Piuttosto “leccaculo” sarà chi commenta il tuo post dicendoti “bravo”; è il tipico atteggiamento di chi vive una sorta di sudditanza psicologica verso di te che ormai sei “qualcuno”. A me capita di farlo con gli artisti di un certo calibro, ma di certo, se scrivono una stronzata, non gli dico “bravi”.

Ecco questi due esempi raccontano in un certo modo la stessa tipologia di persona e lo stesso modo di volersi sentire famosi solo perché si è camminato di fianco ad una personalità (come se lo spessore di qualcuno si trasmettesse per induzione) oppure perché ci sono degli adepti pronti a dirti “mi piace” su qualunque cosa ti sia uscita dalla bocca (ed invece avrebbe fatto bene  a ritornare dentro, risalendo altri percorsi).

A conclusione di questo mio pensiero (contorto lo ammetto) aggiungo questo video che forse mi farà ridere per sempre:
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=9ByWwjuHPk0]