Studio al M.I.T. #2
Buongiorno e benvenuti nuovamente alla mia inutile rubrica di pensieri su (M)usica, (I)nformatica e (T)ennis.
Partiamo come sempre dalla Musica
Il mio storico amico, musico e informatico Andrea Torre, mi ha fatto conoscere un podcast bellissimo che si chiama Musica Razionale.
Una roba per nerd sia chiaro, ma interessantissimo credo per tutti quanti. Senza dubbio la matematica è al centro del mondo (e quindi della musica) e questo purtroppo ve lo devo dire, ma è il mio mondo, è il mio modo di affrontare le cose, di affrontare le bollette, di affrontare le sfide della vita. Non a caso (M)atematica inizia per M.
Forse ricordo male, ma se non sbaglio c’era un tizio (oppure un equipe di tizi) che stava cercando di trovare un modello matematico per descrivere la musica di Bach, non sarebbe una cosa difficile da immaginare se pensiamo a quanto “simmetriche” siano le sue composizioni. Di sicuro in merito a questo, sempre l’ottimo amico citato prima mi ha spedito un meme, secondo noi, meraviglioso. Ve lo azzecco qua stotto:
Se non l’avete capita provo a scriverla così: “LaSolLaaaa SolFaMiReDoRe LasolLa MiFaDooRe….” e così via… (il do è diesis ovviamente).
Torniamo a noi, e lo so che sono forse antipatico in merito a questo, ma le produzioni che ho fatto negli anni sono tutte, dico tutte, autoprodotte. Certo non parliamo di centinaia di migliaia di euro, per carità, ma parliamo comunque di tanti euro e il fatto che io metta in vendita, a costi irrisori, lasciatemelo dire, i miei brani, serve soltanto a darmi la possibilità di produrne altri: parliamoci chiaro, qua non si arricchisce nessuno. Tanto è vero che vi invito a capire quanto guadagna mediamente un artista sconosciuto come me che pubblica la sua musica (liquida) su Spotify:
“Per quanto riguarda l’importo pagato da Spotify per ogni stream, il pagamento è di circa 0,04 dollari per 10 stream. Quindi, 1.000 flussi sarebbero circa 4 dollari e 100.000 flussi sarebbero 400 dollari.” (fonte Google) Cioè per capirci se 10 amici ascoltano su spotify un mio brano per intero (sia ben chiaro) il distributore riceve 4 centesimi e me ne da una piccola parte. Di conseguenza per arrivare a cifre accettabili dovrei essere Ennio Morricone o Lucio Battisti, ma parlo di cifre accettabili, non cifre da capogiro attenzione.
Fortunatamente esiste Bandcamp che è una piattaforma pensata per chi vuole bene all’amico musicista. In pratica dal sito si può ascoltare tutto gratuitamente per un numero limitato di volte e poi se veramente ci torni vuol dire che ti piace e quindi dovresti scaricare il brano e/o l’album intero pagando quanto c’è scritto oppure di più. In questo modo, a mio avviso, vanno supportati gli artisti indipendenti. Ora io non vorrei sommergervi di numeri, ma sappiate che gli amici che acquistano sono davvero pochi, figuratevi gli altri. Molti poi (tra gli amici e non) ti dicono anche ma perché non stampi il vinile? Beh amici miei sapete cosa costa stampare poche copie di un disco in vinile? Ve lo dico io: “una cifra che non conviene investire nel mio caso” e sapete perché? Se stampo diciamo 100 copie di un disco in vinile (ad esempio in America) mi costa circa 2.000 dollari (in accordo con questo sito che vi linko qui) tra stampa, bollini siae, spedizione e dogana. Significa che se volessi soltanto recuperare l’investimento dovrei vendere il disco a 20 euro circa.
Ora “do the math” come dicono gli americani, facendo due conti, anche un asino capirebbe che è improbabile vendere 100 dischi a 100 amici, e se non lo comprano gli amici dovrebbero comprarlo gli estranei, e per far sapere agli estranei chi sei tu, dovresti investire in pubblicità, in promozione, in post sponsorizzati, in campagne di marketing… quanto dovrebbe costare questo vinile?
Allora, poiché non lo faccio per soldi, e lo faccio perché non posso farne a meno, spero che il vostro aiuto su bandcamp in qualche modo possa finanziare un’eventuale stampa su vinile o cd (ma chi ce l’ha ancora il lettore cd?).
Tutta questa lamentela è per dirvi “accattatevi” le mie produzioni andando qui: https://maxmaffia.bandcamp.com se volete che ne faccia ancora, altrimenti ascoltatele (oppure no) quanto vi pare su Spotify o su Apple Music o su Amazon
Inoltre vi dico, come detto già altre mille volte sui social, che il brano “Saxy Sax” non è mio, è un altro Max Maffia (che credo abbia fatto solo questa cosa che è techno, dance o non so come si dice) che non mi appartiene proprio musicalmente (l’ho scritto perché nel mio link di Amazon compare anche lui e non riesco a fare la separazione dell’artista).
Vi ho annoiato abbastanza? Penso di sì, ora…
Passiamo alla (I) di Informatica.
La volta scorsa ho pubblicato il link all’azienda per cui lavoro (Nexsoft spa) segnalandovi un articolo molto interessante del collega Alessio Civillo.
Se non ci siete andati allora, andateci adesso. Inoltre la Nexsoft è anche main sponsor del festival del cinema Linea D’ombra.
Se siete curiosi cinefili vi invito a seguire questa bellissima manifestazione.
Parliamo ora di algoritmi anche noi, ne sentiamo parlare ogni giorno: l’algoritmo di Instagram, l’algoritmo di Facebook, l’algoritmo di Google, ma quanti di voi amici miei, sanno cosa è un algoritmo? Beh, se lo sai ti invito a saltare il prossimo paragrafo, se pensi di non saperlo resta pure con me.
L’algoritmo è un elenco d’istruzioni dettagliate, elaborate per svolgere una determinata attività o risolvere un problema specifico.
Tutti in letteratura fanno il solito esempio della ricetta, ma permettetemi di dire che non sono d’accordo sempre con la stessa ricetta di cipolle. Se vi volete divertire mandatemi un esempio di algoritmo voi a me.
La cosa che mi piace tantissimo però è tutta la teoria che riguarda la complessità degli algoritmi e quindi la misura del tempo di esecuzione di un algoritmo in base al numero di dati trattati. Siamo informatici, jamm e pressa! (andiamo di fretta).
Per questo, per i nerd e anche per i curiosi come me, vi invito a leggere (nei prossimi anni di tempo libero che avete a disposizione) “Introduction to Algorithms” (un capolavoro che vi invito a cercare in pdf, anche perché il libro del MIT, quello vero, costa sui 150 dollari).
La nostra Professoressa (lo scrivo con la lettera maiuscola di proposito) di italiano alle scuole superiori, che fu Candida Addesso, ci faceva Filosofia al posto di Storia. Eravamo aspiranti informatici e molti filosofi erano matematici di conseguenza era perfetto per noi. Scrisse un libro in due volumi (che come il deficiente mi sono venduto l’anno dopo il diploma) che si chiama “Filosofia e Matematica a confronto” (in due volumi, Palladio 1983). Se qualcuno ce l’ha ditemelo sono troppo curioso, l’ho trovato in vendita su Ebay, ma sono inserzioni di milioni di anni fa. Comunque sia Candida, era un’insegnante fantastica, si emozionava quando ci leggeva Dante e ci fece capire l’informatica più lei che i docenti preposti. Ad averne insegnanti così in questi anni.
L’articolo consigliato di questa volta: https://www.nexsoft.it/benefici-applicazioni-ia-generativa-gestione-progetti/ del nostro direttorissimo tecnico Pierluca Pierro.
“L’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI) sta rapidamente trasformando il modo in cui i progetti vengono gestiti, portando innovazione e automazione in molteplici aree del Project Management. Dalla generazione di nuove idee alla gestione avanzata dei dati e all’ottimizzazione delle risorse, la GenAI offre strumenti potenti che consentono ai Project Manager di migliorare l’efficienza operativa, la comunicazione e la qualità delle decisioni.” (Pierluca Pierro)
Dategli una lettura!
e dulcis in fundo…
(T)ennis
La T di Tennis è la stessa che sta in ATP ed è la stessa di Torino. Come si fa a non parlare di Torino?
Allora Jannik è partito alla grande, speriamo mantenga il tiro e soprattutto speriamo ci regali quest’altro trofeo.
I russi, ormai in preda al loro psicodramma, si muovono in maniera direi altalenante. Fortunatamente Medvedev è riuscito a vincere un match (incredibile, ha giocato bene senza rompere) e Rublev invece ha trovato un Alcaraz ammalato, ma non troppo direi a giudicare dalle randellate che ha tirato.
Ora aspettiamo di vedere questa partita/spareggio tra Jannik e Danil e vediamo chi andrà in semifinale. A proposito di Jannik vi consiglio vivamente il lavoro di Fabrizio Del Prete: “Caro Jannik ti scrivo” in prevendita su Amazon che a giudicare dai post dell’autore su FB sarà assolutamente da leggere.
Non dimentichiamoci infine che c’è la Coppa Davis, ma una cosa alla volta.
Grazie se sei arrivato fin qui, vuol dire che ti piace! Lascia un commento se ti va e alla prossima inutile uscita!