Intervista con Concita De Luca e Carlo Pecoraro

Con Max Maffia la trasmissione “A Tutto Jazz”, in onda su Telediocesi Salerno, apre un altro interessante capitolo sulla musica a Salerno. Dall’intervista con Concita De Luca e Carlo Pecoraro, Maffia racconta come riesce a coniugare la logica rigida dell’informatico con il poetico e creativo approccio alla musica. Le riprese sono di Enzo Figliolia. La location è il salotto del Modo di Salerno.

Spread, Bund, Bot, Cct, e King Kong

Scrivere di getto forse diventa il modo più semplice ed immediato per poter venir fuori da questa serie interminabile di brutti pensieri.

Sembra che il mondo si sia fermato dopo la brutalità della crisi, non quella economica, ma quella cerebrale. Sembra che il mondo funzioni a sigle, acronimi e brutture di ogni tipo. Spread l’ho sempre pensata come una brutta parola.

Spread è la scusa che il mondo sta usando per dirci che per noi non c’è scampo. Sale e scende e sembra che per noi non cambi assolutamente nulla se non l’aumento delle tasse, del costo della benzina (ormai ai livelli del brunello di Soldera Case Basse), dell’Iva, che per il fantastico fenomeno tutto italiano della tassa sulla tassa (la sovrapposizione dell’Iva sulle accise sul costo della benzina) provoca aumenti esponenziali ai carburanti. Inoltre, come se non bastasse e come ho sentito dire da qualcuno, siamo la classe (di imprenditori) che morirà per crediti e non per debiti. Rincorriamo di continuo i clienti che non ci pagano, ma che in compenso quando hanno bisogno di noi ci chiamano anche di notte e noi corriamo, perché non possiamo permetterti di perdere nessuno.

Questo mondo che abbiamo ereditato ed in qualche modo favorito ci sta uccidendo ormai e noi siamo inevitabilmente vittime e complici dello stesso reato. Abbiamo distrutto questo mondo dandolo in mano a bestie feroci, abbiamo dato i nostri soldi ed il nostro tempo ad esseri ignobili che ora ci tengono in pugno come Ann Darrow nelle mani di King Kong, ma alla fine non sarà la nostra bellezza a sconfiggere la bestia.

 

 

#freeRossellaUrru

Non ti conosco, ma Ti conosco. La tua foto e la tua storia girano su internet per dichiarare che una nuova democrazia può partire, una vera #informazione può essere fatta, che di #Donne come te si può e si deve parlare (in Italia le donne che fanno notizia purtroppo sono altre). So che sei lontana da quello che la tv sta facendo per te, ma sappi che non ti sei persa nulla. Sì nulla. Se non fosse stato per Geppi Cucciari a Sanremo forse molti non saprebbero quanto è terribile la tua storia. C’è una comunità non numerabile di persone su twitter principalmente e sul resto della rete (tramite i nostri umili blog) che parla di Te oggi e continuerà a farlo finché Tu non torni libera.

Noi facciamo il possibile semplicemente facendo girare il nostro #freeRossellaUrru e l’8 marzo parleremo di Te e suoneremo per Te al Mumble Rumble di Salerno. E’ una goccia nel mare, ma è il nostro grido per rivederTi libera.

Max

In memoria di Jan

Avere ben presente la morte davanti agli occhi ti fa vivere le cose in modo completamente diverso. La morte irrompe e appiattisce tutto. Tutti i tuoi innumerevoli micro problemi diventano nulla a confronto del dolore senza nome che una perdita lascia dentro di te.
Le morti si somigliano tutte, sono tutte improvvise, sono tutte inesorabilmente inaspettate.

E’ un po’ che avrei voluto scrivere questo post, ma stamattina più di tutte mi viene di pensare a Jan Assen.

Mi viene di pensare a te Jan perché ci manchi.
L’ultima immagine, tra le innumerevoli che ho di te, riguarda il nostro incontro sul pullman qualche settimana fa. Ero assorto tra i discorsi inutili che la gente spesso fa sui mezzi pubblici elevandosi a salvatori della patria ed architetti cittadini. Tra uno “io farei così” ed un “‘o sindaco nunn’è fatt niente” sei comparso tu tra la folla con la tua inesorabile ironia tagliente e la tua risata inconfondibile. Abbiamo commentato un po’ come se stessimo ascoltando le stesse discussioni e ci siamo salutati come sempre. Il tuo “Cià Maffì” è rimasto nell’aria e lo porto con me gelosamente come tuo ultimo saluto.

Ci manchi Jan perché il mondo ha bisogno di persone come te, noi abbiamo bisogno di persone come te. Ci manchi Jan, tanto. E come sempre, come se nulla fosse ti cercheremo al prossimo concerto tra la folla, perché ci sei sempre stato e perché non te ne andrai mai.

Lassù, altrove, dove evidentemente avevano bisogno di te, già che ci sei, continua a rendere le cose migliori come hai già fatto qui tra di noi.

Grazie, Max

“Crollano le vele”, grande lavoro di Gunpania

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=N9jJnEN37Uw]

Ho visto questo video e mi sono fatto un’idea completamente nuova di Scampia e di quello che il mondo della televisione dice in merito.

Complimenti per il grande lavoro ai ragazzi di Gunpania, ed onore a Vittorio Passeggio, leader del “Comitato Vele di Scampia”, che da anni si batte per l’abbattimento delle vele.

Complimenti anche per la colonna sonora molto indicativa da Franco Ricciardi a Bob Marley: dalla disperazione per la condizione degli abitanti alla speranza di “I know a place where we can carry on!”. (fantastica!)

Siamo arrivati ad un punto inaccettabile in cui è Passeggio a doverci dire che quegli alloggi vadano riconvertiti per il riuso, per il riciclo, per il recupero ambientale e chi invece ha il potere di farlo… fa finta di non vedere, sapere, sentire.

In bocca al lupo ragazzi e soprattutto, a voi potenti che potete fare qualcosa vi dico: diamo una casa che possa essere chiamata tale, a chi ne ha bisogno, e togliamo le persone (si, si tratta di persone) da quelle “carceri” assurde.

“I know a place where we can carry on!” (e sottolineo we)

Max