“Il Mattino” di Salerno – Viva – Recensione
Su “Il Mattino” di Salerno recensione di Viva a cura di Luca Visconti
Buona lettura
Su “Il Mattino” di Salerno recensione di Viva a cura di Luca Visconti
Buona lettura
Bellissima chiacchierata con l’amico musicista Mauro Leone
La trovate a questo link
“26 come in mare così in terra” è un’opera collettiva di teatro civile, promossa dall’Ordine dei Giornalisti della Campania, in memoria dei migranti morti in mare.
L’abbiamo messa in scena la prima volta al Teatro Augusteo di Salerno l’8 marzo del 2018.
Ne ho scritto la colonna sonora con i miei compagni di viaggio “Empty Daybox” e con un ospite di eccezione alla viola Danilo Gloriante.
Probabilmente la mia esperienza teatrale più bella finora.
Quella meraviglia che avevi creato resterà, per sempre, nella mente di ognuno di noi, come il miglior posto dove abbiamo suonato.
Avevi creato un posto magico dove riuscivamo ad essere noi stessi senza averne vergogna.
Un luogo in cui tutti i musicisti riuscivano a sentirsi ascoltati e ad ascoltare.
Dopo la chiusura, in tutti questi anni, hai sempre pensato di volerci richiamare tutti per poter festeggiare, anche solo, l’esistenza, nel tempo, del posto chiamato Virus (a Latronico), il baluardo della musica indipendente nelle terre in cui vige la legge del “con la cultura non si mangia”.
Poiché sei andato via troppo presto caro amico mio e ancora stento a crederci, è inutile dirti che avverto il vuoto che hai lasciato, ed è incolmabile, prima di tutto lo è per la tua famiglia e poi per tutti noi tuoi amici, tali anche grazie alla tua proverbiale gentilezza e apertura verso l’altro.
Non so se è il caso di fare promesse adesso, ma se dovessi riuscire un giorno, magari insieme a chi ti ha amato, cercherò di organizzare quella festa e proveremo a suonare forte, sai, ai volumi che ci facevi usare tu, così magari ci sentirai e dopo ci racconterai pure come è andata.
Del resto quelli come te sono e restano immortali.
Non mi piace fare i R.I.P., anche perché non so se dall’altra parte c’è pace, piuttosto mi piace pensare alla pace che hai dato ad ognuno di noi ogni qualvolta hai parlato con la tua voce pacata, a volte impercettibile, usando le tue parole resistenti (a tutto, a quei tempi, a questi altri tempi, ai prossimi).
Ciao amico mio, compagno di battaglie, che la terra ti sia lieve.
Max