Odio i botti …
…e chi spara in generale.
La buonanima di Nonno Lorenzo, un giorno, infastidito da alcuni ragazzi che facevano esplodere dei botti di capodanno davanti al cancello di casa sua, aprì la porta ed esclamò: “..ma pecché nun jate a sparà inda chera fessa re soreta?”.
Ora capisco che la cosa può sembrare abbastanza volgare, ma secondo me ha del filosofico.
Analizzando l’espressione si avverte quel passaggio dal macro cosmo al micro cosmo, dal generale al particolare. Nonno Lorenzo prima si rivolge a tutti dicendo “pecchè nun jate” (perché non andate tutti) e poi via via in crescendo si sposta verso il particolare e cioè verso le parti basse della sorella di quello che (probabilmente) ha sparato l’ultimo botto “inda chera fessa re soreta” (nella vagina di tua sorella… notare la similitudine tra ‘inda’ in cilentano e ‘into’ anglosassone). Questa espressione ha un non so che di sintetico che racchiude una “malaparola” che colpisce tutti gli imbecilli che vanno in giro a sparare in generale, ed in particolare quello che esegue materialmente l’ultimo botto, quello che insomma ti fa partire l’embolo e quindi lo scatto d’ira ed il turpiloquio.
Insomma, ora che arrivano natale e capodanno e non volete che nonno Lorenzo “da lassù” vi auguri di esplodere i vostri botti “in famiglia”, state attenti, spendete i vostri soldi (se ne avete) diversamente.
Buon Natale
Max