In due corpi – Nicodemo (La Fabbrica/Rai trade)
Il nuovo disco di Nicodemo, poeta contemporaneo, fa pensare, e ci ricorda una cosa fondamentale in cui noi tutti crediamo e che difficilmente accettiamo di raccontare agli altri: “complicarsi è bellissimo” e viviamo nel terrore della nostra “semplificazione”. Viviamo nella solitudine dei nostri corpi e nella estrema consapevolezza del nostro unico grande amore che è la musica. Una musica che esce fuori dalla moderna e stupida concezione del “bello perchè fa muovere”. Questo disco è meraviglioso perchè immobilizza, perchè ti fa fermare per una volta e ti fa scendere dal treno impazzito senza rotta su cui sediamo ogni giorno.
Premessa: Conosco Nicola Pellegrino personalmente perchè ho avuto l’onore di suonare insieme a lui ed il grande privilegio di aver fatto con lui due dischi. Il mio giudizio sul disco è sincero (tra l’altro io non ci sono), lo dico prima così evitiamo stronzate sul “siamo amici quindi è bello”.
Accendo l’iPod. Mi collego all’Apple store ed acquisto “in due corpi”. Lo faccio io, fatelo anche voi. Costa poco, ne vale la pena.
Play, metto le cuffie e fa già caldo. “Gli spazi vuoti non esistono” e te ne accorgi perché “Le pareti”, brano che apre il disco, ti stringe immediatamente e ti attanaglia. Non vuoi che finisca perché ti dice quello che già sai e quello che avresti sempre voluto dire, ma non l’hai fatto ancora. Aspettavi che qualcuno ti dicesse che complicarsi è bellissimo ed ora è sdoganato, lo puoi condividere anche tu. Ma i capolavori sono ben definiti ed hanno una durata e devi rassegnarti all’idea che il brano deve far posto ad “Alice dorme” e tu con lei desideri di stare calmo e ci riesci. Tecnicamente per i musicisti che suonano in questo disco a partire dall’inseparabile bravissimo Gaetano Maiorano a finire alle straordinarie collaborazioni, dopo due brani siamo già una spanna sopra a tutta quella scena che vive di una fortuna mediatica immeritata. “In due corpi” ti trascina brano dopo brano al viaggio verso terre interiori fin troppo conosciute e sempre un pò celate. In “Cambierei” noto un dolcissimo dualismo tra la “erre” forte di Nicola e la “erre” debole dell’ottimo Luca Urbani. E’ uno dei miei brani preferiti e scivola via veloce verso composizioni più alternative e fumose quali “Opto per la Radio”, “Telenovele” e “Strano”. Quest’ultimo brano è un vero capolavoro di tecnica ed interpretazione. Ho smesso di fumare da 3 anni, non ho ceduto ancora alla tentazione ed è ancor più difficile resistere dopo “Bella ed elegante”… cito un verso speciale ..”eri tu a pendere dalle mie labbra ma quello che dipendeva dall’altra ero io..”. Poi scopro che una delle voci femminili da me preferite del panorama italiano partecipa a questo disco mentre nelle mie cuffie arriva “La reciprocità” in cui Raffaella Destefano (Madreblu) irrompe con suo timbro inconfondibile, netto ed adorabile. Mi rendo conto che sembra davvero di aver detto solo cose positive, ma credetemi è un disco a 5 stelle, promosso a pieni voti, maturo ed elegante, in poche parole, Nicodemo! Siamo quasi alla fine, “Praticamente impossibile” (penultimo brano) staccarsi da questo lavoro e le sonorità di questo brano un pò dark, al punto da citare qualcosa dei cure di boys don’t cry ci accompagnano all’epilogo con “Autunno” degna ed elegante chiusura rock. In conclusione davvero un disco da acquistare ed ascoltare… direi un “disco da pensare”, ottimo cibo per il cervello. Max